Roma del Primo Secolo - Primo cenno
Dopo aver solo aperto il blog, vorrei riprendere pubblicando regolarmente alcuni articoli per meglio
far conoscere il periodo storico, quello della prima dinastia di Imperatori di Roma,
nel quale si svolge la mia Saga “L’Impero d’Acciaio”.
Gli eventi
narrati nella Trilogia coprono un arco di circa cinque mesi, nel 22 A.D. e
sempre a Roma, salvo brevi viaggi dei protagonisti.
In questo
primo articolo descriverò sommariamente la situazione che potremmo aspettarci
di trovare qualora capitasse a noi: cose che più o meno tutti abbiamo studiato,
ma forse è opportuno riassumere alcuni dettagli. Sottolineo riassumere, non ho
la pretesa che questo sia un articolo esaustivo.
Partiamo
dal momento storico in cui i sette protagonisti, quattro Italiani del 2015 e
tre militari americani del 1944 si trovano, loro malgrado, catapultati in
seguito a uno strano fenomeno naturale.
L’Impero,
formalmente una Repubblica retta da un Princeps, gode di un periodo di
tranquillità sotto il regno di Tiberio: nessuna guerra, ribellioni interne
trascurabili, stabilità economica.
La città
di Roma è magnifica nei suoi monumenti, ma tormentata da una delinquenza a
livelli intollerabili, che costringe molti a ricorrere a guardie del corpo.
Naturalmente
ci sono gli schiavi, fondamentali per l’economia di allora, ma che godevano
diritti maggiori rispetto ai lavoratori “liberi” del XIX secolo.
Per
il resto era una società estremamente tollerante, tanto che potremmo definirla
multietnica e multireligiosa. D’altronde, con la varietà di razze, usi e
religioni presenti nell’Impero, non poteva che essere così.
Una
cosa che forse non tutti sanno è che vi era una sorta di scuola dell’obbligo,
in quanto, per ottenere la cittadinanza romana, era necessario saper leggere,
scrivere e non solo. E che addirittura i proprietari degli schiavi erano
incentivati a far loro frequentare le scuole.
Un
altro aspetto è che le donne, dopo le riforme Augustee, godevano di parecchi diritti,
se non della completa parità: potevano divorziare, possedere beni e svolgere
attività commerciali o di altra natura. Non avevano accesso ai livelli più alti
di istruzione, se non tramite precettori e non partecipavano alla vita
politica, ma non erano certamente considerate come in certe culture
contemporanee.
La
medicina era a livelli insospettati, come dimostrano vari ritrovamenti di
strumenti chirurgici e l’igiene degli stessi e della persona era di gran lunga
superiore addirittura a quello del XIX secolo.
Inoltre
molti piccoli oggetti rinvenuti di recente dimostrano anche un livello
tecnologico superiore a quanto potremmo attenderci.
Anche
l’età media, che a noi può apparire bassa, era pari o superiore a quella del
XIX secolo. È opportuno ricordare che un fattore che influenza l’attesa di vita
è la mortalità neonatale e delle puerpere, particolarmente alta in periferia,
dove vi erano meno cure.
Ma
molti personaggi storici, quindi appartenenti a classi elevate, arrivavano
spesso a superare i 70 anni di età, posto che non trovassero spade, frecce o
veleno sulla loro strada.
In
buona sostanza, è la dimostrazione di come il progresso non proceda in modo
lineare, ma ondivago: dopo la caduta dell’Impero d’Occidente sono venute meno
l’istruzione, l’igiene, le pratiche mediche e le donne sono tornate a venir
considerate all’incirca alla stregua di capre, salvo rare eccezioni. Roma
stessa, che contava allora oltre un milione di abitanti, nel VI secolo si era
ridotta a ventimila e abbiamo dovuto attendere il XIX perché un’altra città,
Londra, arrivasse a quei livelli.
Altri
fattori mi hanno spinto a scegliere questo periodo, ma l’appuntamento è al
prossimo articolo.
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